Un’Italia con più poveri e a corto di suolo
Ho volutamente acquisire il titolo originario perchè mi sembra il più descrittivo, poche parole che focalizzano la direzione di marcia dell’Italia. Il nostro Paese non riesce a interpretare il concetto di sostenibilità.
Nell’articolo a firma di Michela Finizio, ne Il Sole 24 Ore di oggi*, si legge i numeri raccolti dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), la quale certifica che “rispetto al 2010 migliorano i parametri legati a salute, istruzione, parità di genere, energia e lotta al cambiamento climatico. In peggioramento, invece, le statistiche che fotografano la povertà, la qualità dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie, la condizione economica, le disuguaglianze sociali e la qualità della vita nelle città“.
Tutto esplode con la crisi del 2010, dove povertà assoluta è più che raddoppiata fino al 2018, dove gli individui in povertà assoluta si stima che i giovani di 18-34 anni siano 1 milione e 112mila, il valore più elevato dal 2005, anche se nell’ultimo anno si registra una mitigazione degli effetti.
Peggiorando le condizioni della vita diminuiscono anche le condizioni di vita nelle città italiane. Dal 2010 al 2017 è diminuita l’offerta complessiva di trasporto pubblico (da 5.014 posti/km per abitante nel 2010 a 4.587 nel 2017), aumentata la quota di persone che vivono in abitazioni sovraffollate (da 24,3% a 27,8%) e cresce l’indice di abusivismo edilizio. Ancor più netto, infine, il peggioramento del paesaggio urbano e il consumo del suolo che si attesta nel 2018 al 7,64% del territorio nazionale.
Anche l’innovazione e l’ambiente hanno avuto dei progressi, rispettivamente: la disponibilità di una connessione a banda larga (dal 43,4% al 73,7%) e la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica
(da 208,8 ton. per milione di euro nel 2010 a 164,5 nel 2018).
* lunedì 02/03/2020 pag.8